AVIS Amandola

Ad Amandola, cittadina dell’entroterra a ridosso dei Monti Sibillini, esisteva un Ospedale Civile, uno dei tanti costruiti nei primi anni del 1900, dove si effettuavano prestazioni sanitarie di ogni tipo, a beneficio dei residenti nei molti Comuni limitrofi. La presenza e la operatività del dott. Domenico Baratto (primario chirurgo e secondo presidente della locale realtà avisina) nel nosocomio montano necessitava di persone che fossero disponibili alla donazione di sangue per effettuare i vari interventi chirurgici che all’epoca non potevano usufruire delle tecniche oggi disponibili. L’eco proveniente da Milano dell’intuizione del dott. Vittorio Formentano che nel 1926 aveva costituito un gruppo di volontari per la donazione di sangue a beneficio di malati, in particolare i più poveri e della nascita di una associazione chiamata AVIS (16 febbraio 1927), ma soprattutto del riconoscimento giuridico con una legge dello Stato Italiano (1950) diede il via, nello stesso anno, all’iniziativa dell’Arciprete pro tempore della Parrocchia di Sant’Ilario e Donato di Amandola, nasce il primo nucleo, molto esiguo, di donatori di sangue che praticavano la donazione braccio a braccio, di giorno e di notte, d’inverno e d’estate, anche due volte al mese, presso il nosocomio montano. Nasce così l’AVIS di Amandola. Altri medici, in particolare ospedalieri, e normali cittadini si sono avvicendati alla guida del volontariato avisino concretizzando quell’opera di proselitismo, iniziata nel 1950, attraverso la crescita dello spirito associativo e partecipativo di un intero territorio montano.

Gli anni sessanta hanno rappresentato il momento più importante della storia trasfusionale con tecniche sempre più specifiche per rispondere alle specifiche esigenze ematiche dei pazienti, in particolare dei vari componenti di sangue richiesti.

Gli anni 2000 hanno portato le varie Regioni italiane a assumersi la responsabilità della gestione della sanità territoriale utilizzando risorse sempre più limitate.L’A.V.I.S. di Amandola, pur nelle ristrettezze delle economie per la gestione della salute regionale, ottenne l’istituzione, presso il locale Ospedale Civile, di un Centro di raccolta, dotato di n° 2 poltrone trasfusionali di cui una è stata acquistata dalla sezione avisina e l’altra, in comodato d’uso promiscuo, dalla Asur Zona Territoriale n. 13 di Ascoli Piceno.

La nascita della provincia di Fermo, avvenuta nel 2004, la riforma sanitaria marchigiana, il sisma del 2016 hanno messo a dura prova i donatori di questa realtà che si sono visti costretti da otto anni a donare all’interno di un container.

Attualmente vengono effettuate solo donazioni di sangue intero (per un breve periodo sono state effettuate anche donazioni di plasma, oggi bloccate per la mancanza di un separatore della componente liquida da quella corpuscolata che speriamo di riprendere entro breve tempo).Un nuovo ospedale, ormai prossimo alla inaugurazione, ha riservato uno spazio specificatamente accreditato alla compagine avisina segno di un riconoscimento per la tenacia dei volontari.

L’A.V.I.S. di Amandola è animata da donatori che risiedono in ben otto Comuni limitrofi, questo ha permesso di denominare la comunale come “Sibillini”, e che da 75 anni ha visto la crescita del volontariato nella nostra realtà come prova che con l’aiuto dei singoli si possono risolvere anche molti problemi della collettività.

La grande attrice Audrey Hepburn diceva “Ricordati, se mai dovessi aver bisogno di una mano che ti aiuti, che ne troverai una alla fine del tuo braccio. Nel diventare più maturo scoprirai che hai due mani. Una per aiutare te stesso, l’altra per aiutare gli altri.”

Consiglio direttivo

Presidente: Domenico Annibali


Vice presidente vicario: dott. Franco Rossi

Vice presidente: Milena Cecchi

Segretaria: Fabiola Paternesi

Tesoriere: Sandro Catalini
Consiglieri:
Anacleto Greci
Maria Rosaria Giacomozzi
Giuseppe Petrocchi